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Protezione delle colture

Rischio Dilavamento Campicoltura

In questa pagina sono illustrate le condizioni per limitare il dilavamento durante i trattamenti con prodotti fitosanitari in campicoltura che bisogna rispettare secondo la PER e l’OPF.

Indice

Condizioni per ridurre al minimo il rischio

Attenzione! Bisogna prendere in considerazione anche il rischio di deriva!

Alle altre parti della scheda tematica:
Visione d’insieme della scheda tematica

Insorgenza del rischio di dilavamento

Dopo il trattamento, i prodotti fitosanitari (PF) possono essere dilavati al di fuori della particella interessata. Ciò può avvenire direttamente con il deflusso dell’acqua, oppure tramite le particelle di suolo che vengono trascinate dalla corrente. Oltre al dilavamento diretto dei PF nelle acque superficiali, anche il dilavamento attraverso collegamenti idraulici rappresenta una via d’immissione significativa. Questi collegamenti possono essere costituiti da pozzetti di ingresso e di manutenzione dei sistemi di drenaggio delle acque piovane, ma anche da strade, passaggi e fosse di evacuazione delle acque che sfociano nelle acque superficiali.

Per ridurre al minimo il rischio di dilavamento, durante i trattamenti con PF è necessario adottare misure per ottenere dei punti di riduzione del dilavamento. Queste disposizioni risultano dai vincoli stabiliti all’atto dell’omologazione del PF di cui è previsto l’utilizzo (OPF) e dalla PER (OPD).

Dilavamento
OmologazioneQuando si utilizza un PF con restrizioni in materia di dilavamento SPe 3, nelle zone a meno di 100 metri dalle acque superficiali e con una pendenza verso di esse superiore al 2 %, bisogna ottenere dei punti di riduzione del dilavamento (1, 2, 3 o 4 punti, a seconda dei vincoli stabiliti all’atto dell’omologazione).
PERIn prossimità di acque superficiali e strade/passaggi drenati nonché in caso di pendenza verso acque superficiali e strade/passaggi drenati superiore al 2 %, bisogna ottenere almeno un punto di riduzione del dilavamento per ogni rattamento.
Panoramica dei vincoli stabiliti all’atto dell’omologazione dei PF e della PER in materia di dilavamento

Per ottenere il numero richiesto di punti di riduzione del dilavamento bisogna attuare delle misure. Queste sono descritte in modo più dettagliato nel capitolo seguente e sono tratte dalle istruzioni emanate dal Servizio d’omologazione per i PF concernenti misure per la riduzione dei rischi nell’utilizzo di PF consultabili sul sito web dell’USAV. A ogni misura viene assegnato un numero definito di punti.

Poiché i vincoli stabiliti all’atto dell’omologazione e della PER differiscono, a seconda della particella bisogna rispettare quelli dell’omologazione, quelli della PER o entrambi. Lo schema seguente è utile per determinare il numero di punti di riduzione del dilavamento necessari per ogni particella.

Nota: se una particella confina con acque superficiali e presenta una pendenza verso di esse nonché con una strada drenata e presenta una pendenza verso di essa, le condizioni vanno adempiute sui due lati. Questo caso particolare non può essere rappresentato nel diagramma.

Per la corretta attuazione delle condizioni sono importanti le seguenti definizioni:

  • Pendenza della particella superiore al 2 %: la Carta delle zone declive è utile per una prima valutazione. Su di essa sono evidenziate le superfici (in gialloarancione) con una pendenza inferiore al 2 % e che quindi non sono interessate da misure di riduzione del rischio di dilavamento. Per le superfici che secondo la mappa presentano una pendenza superiore al 2 %, la situazione deve essere valutata sul campo. La Carta delle superfici collegate direttamente e indirettamente ad acque superficiali e la Carta del ruscellamento superficiale possono fornire ulteriori indicazioni utili a riguardo.
  • Strade e passaggi drenati: le strade e i passaggi che non infiltrano le acque meteoriche sul terreno presente ai propri lati sono considerati drenati. È il caso, ad esempio, se il drenaggio della strada o del passaggio avviene tramite pozzetti con sbocchi nelle acque superficiali oppure se la strada o il passaggio convoglia l’acqua direttamente nelle acque superficiali. La distanza del pozzetto dalla particella è irrilevante.
  • Prossimità: la distanza tra la particella e l’oggetto protetto è inferiore a 6 metri.

Se le acque superficiali sono situate più in alto rispetto alla particella sulla quale viene applicato il PF o se una valutazione oggettiva del gestore esclude il dilavamento, non occorre adottare alcuna misura.

Le misure e le relative spiegazioni sono disponibili qui:

Esempi riguardanti il rischio di dilavamento su strade drenate (PER)

Di seguito sono riportati alcuni esempi di situazioni in cui è necessario adottare misure contro il dilavamento conformemente alla PER.

Situazione 1: la particella confina con una strada drenata

Entrambe le particelle presentano una pendenza superiore al 2 % verso la strada drenata. Il gestore della particella B deve ottenere 1 punto di riduzione del dilavamento poiché la sua particella confina con la strada. Se la particella B è larga più di 6 metri, il gestore della particella A non deve ottenere alcun punto di riduzione del dilavamento.

Situazione 2: il dilavamento della particella avviene in due direzioni.

Il punto più alto della superficie coltivata corrisponde alla linea rossa. Da lì, l’acqua defluisce sia verso il campo sia verso la strada drenata. Anche se solo una parte della particella presenta una pendenza verso la strada, è necessario attuare una misura che permetta di ottenere un punto di riduzione del dilavamento.

Situazione 3: la particella presenta un avvallamento rispetto alla strada drenata.

In questo caso la contropendenza impedisce il dilavamento sulla strada drenata. Se la depressione è abbastanza grande da raccogliere l’acqua durante piogge nella norma, non è necessario ottenere punti di riduzione del dilavamento. Sono considerate piogge nella norma tutte le precipitazioni che non rientrano negli eventi estremi.

Situazione 4: solo piccole parti della particella sono interessate dal dilavamento sulla strada drenata.

La particella presenta una pendenza superiore al 2 % verso la strada drenata. Tuttavia, dato che, fatta eccezione per un piccolo angolo, il terreno sale di nuovo in prossimità della strada, il rischio di dilavamento interessa soltanto la porzione di superficie di colore blu. Di conseguenza, bisogna ottenere un punto di riduzione del dilavamento attuando una misura che riduca tale rischio. Secondo le istruzioni concernenti l’OPD, ciò è possibile predisponendo una fascia tampone nell’area dove l’acqua potrebbe defluire dal campo sulla strada. Le misure scelte devono essere adottate sull’intera particella.

Esempi riguardanti il rischio di dilavamento nelle acque superficiali (omologazione)

In base al potenziale di pericolo che i PF rappresentano per gli organismi acquatici, all’atto dell’omologazione possono essere stabiliti vincoli in vista di ridurre al minimo il rischio di dilavamento. Questi possono esigere da 1 a 4 punti di riduzione del dilavamento che devono essere ottenuti anche a una distanza di 100 metri dalle acque superficiali se la pendenza della particella è superiore al 2 %.

Situazione 1: la particella si trova a 100 metri dalle acque superficiali e presenta su tutta la superficie una pendenza verso le acque superficiali superiore al 2 %.

La superficie della particella A inizia soltanto a una distanza di oltre 100 metri dalle acque superficiali. Pertanto, sulla particella A non è necessario ottenere alcun punto di riduzione del dilavamento. La particella B si trova a meno di 100 metri dalle acque superficiali e il suo gestore deve quindi ottenere il numero di punti di riduzione del dilavamento stabiliti all’atto dell’omologazione del PF di cui è previsto l’utilizzo. La scheda tecnica sulle fasce tampone spiega da dove misurarle.
Nota: nell’ambito della PER, nella particella B bisogna ottenere un punto di riduzione del dilavamento, anche se l’omologazione del PF di cui è previsto l’utilizzo non lo esige.

Situazione 2: due particelle (A e B) si trovano entrambe a meno di 100 metri dalle acque superficiali.

Le superfici di entrambe le particelle (A e B) presentano una pendenza superiore al 2 % verso le acque superficiali. La particella B è larga meno di 100 metri. Come nella situazione precedente, per la particella B bisogna quindi ottenere dei punti di riduzione del dilavamento. Tuttavia, a causa della distanza inferiore a 100 metri dalle acque superficiali, è interessata anche la particella A. Una fascia tampone predisposta sul bordo della particella B può però essere computata anche sulla particella A. Una misura attuata sulla particella B, come p.es. la semina a lettiera può essere computata soltanto se la particella B è più grande della particella A.
Nota: nell’ambito della PER, nella particella B bisogna ottenere un punto di riduzione del dilavamento, anche se l’omologazione del PF di cui è previsto l’utilizzo non lo esige.

Situazione 3: il corso d’acqua scorre in un canale coperto emerge in superficie soltanto al centro della particella per poi defluire parallelamente al bordo del campo.

Il corso d’acqua scorre in un canale coperto fino al centro della particella e soltanto lì emerge in superficie per poi defluire parallelamente al bordo del campo. Una parte della particella presenta una pendenza superiore al 2 % verso le acque superficiali. Come nell’esempio precedente, le misure devono essere attuate anche sulla particella B se per il PF di cui è previsto l’utilizzo sono richiesti punti di riduzione del dilavamento, poiché la distanza dalle acque superficiali è inferiore a 100 metri.
Nota: nell’ambito della PER, sulla particella A bisogna ottenere un punto di riduzione del dilavamento, anche se l’omologazione del PF di cui è previsto l’utilizzo non lo esige.

Situazione 4: il corso d’acqua scorre in un canale coperto ed emerge in superficie al bordo della particella per poi defluire da essa.

Una parte della particella A presenta una pendenza superiore al 2 % verso le acque superficiali. In questo caso la misura deve essere attuata soltanto nella particella A se per il PF di cui è previsto l’utilizzo sono stati stabiliti vincoli in materia di dilavamento. Siccome la particella B si trova a più di 100 metri di distanza dalle acque superficiali non è necessario ottenere punti di riduzione del dilavamento.
Nota: nell’ambito della PER, sulla particella A bisogna ottenere un punto di riduzione del dilavamento anche se l’omologazione del PF di cui è previsto l’utilizzo non lo esige.

Colophon

Immagine di copertina: Lisa Nilles, AGRIDEA

Grafica/illustrazioni: Merel Gooijer, AGRIDEA secondo il modello Strickhof (ZH)

Collaboratori:

  • Jonas Plattner, UFAG
  • Louisa Bühler, UFAG
  • Numa Courvoisier, UFAG
  • Martina Rösch, AGRIDEA
  • Christoph Stürm/Nicole Flükiger, USAV
  • Urs Schönenberger, UFAM
  • Pierre-Yves Jacquiéry, VD
  • André Zimmermann, VD
  • Andi Distel, AG
  • Markus Hochstrasser, ZH
  • Marcel Friedli, Prométerre
  • David Stöckli, FR
  • Lorenz Escher, TG
  • Brigitte Decrausaz, VS
  • Tatjana Wais, KuL/Carea
  • Niklaus Ramseyer, USC
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