Rischio Deriva Campicoltura
Condizioni per ridurre al minimo il rischio
Attenzione! Bisogna prendere in considerazione anche il rischio di dilavamento!
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Visione d’insieme della scheda tematica
Insorgenza del rischio di deriva
L’entità della deriva risulta da una combinazione tra le condizioni atmosferiche (vento, umidità, temperatura) e la tecnica di irrorazione (ugelli, velocità di avanzamento, distanza della barra dal suolo). In altre parole, quanto più una goccia d’acqua è piccola, tanto più permane nell’aria. Questo significa anche che è esposta più a lungo al rischio di allontanarsi a causa dei movimenti dell’aria e di atterrare al di fuori della superficie bersaglio, dove i prodotti fitosanitari (PF) possono causare danni.
Devono essere rispettati i vincoli stabiliti all’atto dell’omologazione dei PF (OPF) e le condizioni della PER (OPD). All’atto dell’omologazione dei PF è possibile definire un’ulteriore zona tampone non trattata oltre alle distanze minime stabilite per legge. Questa zona tampone supplementare può essere ridotta attuando misure di riduzione della deriva. Nell’ambito della PER deve essere sempre ottenuto almeno un punto di riduzione della deriva per ogni trattamento.
Deriva | |
Omologazione | Quando si utilizza un PF con restrizioni in materia di deriva, bisogna rispettare una zona tampone non trattata lungo le acque superficiali, i biotopi o le aree residenziali e le strutture pubbliche (3, 6, 20, 50 o 100 metri di larghezza, a seconda del rischio stabilito per il PF); la zona tampone può essere ridotta attuando misure di riduzione della deriva. |
PER | Bisogna ottenere almeno un punto di riduzione della deriva per ogni trattamento. |
Le informazioni sulla larghezza della zona tampone non trattata sono disponibili:
- nelle istruzioni per l’uso del PF;
- nelle schede tecniche dei prodotti delle aziende;
- sull’ etichetta (istruzioni per l’uso) del PF (le informazioni riportate sull’etichetta sono vincolanti);
- :www.psm.admin.ch;
- nelle schede tecniche di AGRIDEA per la campicoltura, al capitolo protezione fitosanitaria;
- nell’opuscolo “(disponibile solo in tedesco a questo).
La larghezza della zona tampone non trattata è specificata in livelli fissi (3, 6, 20, 50 o 100 m) e si applica agli oggetti protetti come le acque superficiali e i biotopi (art. 18a e 18b LPN), alle aree residenziali e alle strutture pubbliche (3, 6 e 20 m), nonché alle piante in fiore nelle particelle vicine. Le distanze dai vari oggetti protetti sono indicate negli schemi di valutazione che seguono.
La larghezza della zona tampone non trattata può essere ridotta gradualmente attuando misure per la riduzione della deriva.
Distanza richiesta | 3 m* | 6 m | 20 m | 50 m | 100 m |
Con 1 punto di riduzione della deriva | 0 m* | 3 m* | 6 m | 20 m | 50 m |
Con 2 punto di riduzione della deriva | 0 m* | 0 m* | 3 m* | 6 m | 20 m |
Con 3 punto di riduzione della deriva | 0 m* | 0 m* | 0 m* | 3 m* | 6 m |
Nell’ambito della PER (OPD) bisogna rispettare una zona tampone non trattata dalle acque superficiali di almeno 6 metri, mentre al di fuori della PER sono richiesti al minimo 3 metri (ORRPChim). Il punto di deriva obbligatorio nella PER può essere computato per ridurre la distanza minima stabilita all’atto dell’omologazione dei PF.
Poiché le distanze minime possono variare a seconda dell’oggetto protetto, bisogna controllare ogni particella e i suoi dintorni per stabilire se sono presenti oggetti protetti e successivamente determinare caso per caso le distanze minime.
Oggetto protetto “acque superficiali”
Al di fuori della PER bisogna mantenere una distanza di almeno 3 metri dalle acque superficiali (ORRPChim).
Oggetto protetto “biotopo”
All’atto dell’omologazione, con le frasi SPe 3 può essere definita una larghezza minima della zona tampone non trattata rispetto ai biotopi. Per biotopi si intendono quelli secondo l’articolo 18a LPN (biotopi di importanza nazionale) e l’articolo 18b LPN (biotopi di importanza regionale e locale), nonché le superfici per la promozione della biodiversità. I biotopi di importanza nazionale figurano negli inventari nazionali. Le informazioni sui biotopi regionali o locali sono reperibili in siti diversi a seconda del Cantone. Una panoramica dei biotopi di importanza regionale e locale può essere richiesta presso il servizio cantonale preposto alla protezione dell’ambiente. Conformemente alla LPN, può essere prescritta una zona tampone non trattata più ampia rispetto a quella stabilita all’atto dell’omologazione. Per determinare la larghezza minima della zona tampone non trattata ci si può basare sul seguente schema di valutazione.
Oggetto protetto “aree residenziali e strutture pubbliche”
Le strutture pubbliche sono aree utilizzate dalla collettività, come ad esempio parchi, giardini, strutture sportive e per il tempo libero, aree ricreative, parchi giochi, scuole o strutture sanitarie. Le aree residenziali sono le proprietà private dei residenti. Per determinare la larghezza minima della zona tampone non trattata ci si può basare sul seguente schema di valutazione.
Misure per ridurre il rischio di deriva in campicoltura
A questo punto, la larghezza minima della zona tampone non trattata richiesta dovrebbe essere stata determinata in base ai PF di cui è previsto l’utilizzo e alle caratteristiche della particella. L’auspicata riduzione della larghezza minima dà il numero di punti di riduzione della deriva. Questi punti si ottengono attuando misure adeguate.
Le misure e le relative spiegazioni sono disponibili qui.
Immagine di copertina: Toolkit Protezione dell’utilizzatore – prodotti fitosanitari
Grafica/illustrazioni: Merel Gooijer, AGRIDEA
Collaboratori:
- Jonas Plattner, UFAG
- Louisa Bühler, UFAG
- Numa Courvoisier, UFAG
- Martina Rösch, AGRIDEA
- Christoph Stürm/Nicole Flükiger, USAV
- Urs Schönenberger, UFAM
- Pierre-Yves Jacquiéry, VD
- André Zimmermann, VD
- Andi Distel, AG
- Markus Hochstrasser, ZH
- Marcel Friedli, Prométerre
- David Stöckli, FR
- Lorenz Escher, TG
- Brigitte Decrausaz, VS
- Tatjana Wais, KuL/Carea
- Niklaus Ramseyer, USC